trio
Tra le onde del desiderio
di multilover
11.06.2024 |
2.575 |
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"L'attrazione era irresistibile..."
Il sole stava tramontando sulla città, tingendo il cielo di un arancio acceso. Nel grattacielo di vetro e acciaio della "Global Enterprises", le luci al quinto piano rimanevano accese anche oltre l'orario lavorativo. L'ufficio del capo, Davide, era ancora animato da suoni di tastiera e risate sommesse.Davide, un uomo di 35 anni, alto con capelli brizzolati e un fisico da nuotatore, osservava i report sulla scrivania con un mezzo sorriso. Il suo sguardo si spostava frequentemente verso l'ufficio accanto, dove lavoravano le due cugine, Elena e Marta.
Elena, capelli castani ricci e occhi verde smeraldo, aveva iniziato a flirtare con Davide da qualche settimana. Un commento malizioso qui, uno sguardo seducente lì, e la tensione tra loro era palpabile. Davide aveva notato quegli atteggiamenti ma da professionista quale era aveva glissato, sebbene con grande fatica. Elena era meravigliosa. Sempre impeccabile un seno prosperoso ma contenuto e sodo. Marta, bionda e dagli occhi di ghiaccio, sembrava ignorare i segnali inizialmente, ma qualcosa stava cambiando.
Una sera, Elena rimase indietro con Davide per discutere un progetto da soli in ufficio. La conversazione si spostò rapidamente dal lavoro al personale, e, come accade al lavoro ci si abbandona al chiacchiericcio per spezzare la tensione. Per un momento, prima che se ne rendessero conto, le loro mani si sfiorarono. L'attrazione era irresistibile.
La camicia bianca di lei lasciava trasparire l'intimo in pizzo ricercato, anch'esso bianco e lei non faceva nulla per impedire che lo sguardo di Davide cercasse ripetutamente di guardarle il seno. Ad un tratto Davide si avvicinò lentamente, osservando ogni movimento di Elena. Lei trattenne il respiro quando lui le prese il viso tra le mani e la baciò. Le labbra di lui erano morbide, ma decise, e il bacio si trasformò presto in una danza di lingue e sospiri. Le mani di Davide scesero lungo il corpo di Elena, sollevando la gonna e scoprendo la pelle liscia delle cosce. Elena gemette piano quando sentì le dita di lui esplorarla.
"Sono settimane che sogno questo momento," sussurrò Davide all'orecchio di Elena, facendola rabbrividire.
"Anche io," rispose Elena, ansimando mentre le dita di Davide entravano in lei, muovendosi con abilità e determinazione. Le sue gambe si strinsero intorno alla vita di lui, tirandolo più vicino. La sua eccitazione era evidente; sentiva il suo membro attraverso i pantaloni, poggiato su di lei, diventare sempre più grande e duro fin quando lo liberò dei vestiti, e lo prese tra le mani. Elena sussultò alla visione di quel fallo così grosso e largo, ma con dolcezza e un gran desiderio lo accolse tra le labbra con avidità. Davide sentiva il piacere della sua bocca sul enorme glande scoperto ed Elena lo racchiudeva nella sua bocca assaporando ogni goccia di umore come fosse miele. La sua lingua si muoveva sull'asta e sul pube liscio come il velluto e senza peli. Assaporò ogni centimetro di quel fallo. Poi Davide disse "adesso tocca a me".
Con forza la prese dai fianchi e la mise sulla scrivania, alzò la gonna e le tolse il perizoma di pizzo bianco e chinò il capo su di lei. Le sue labbra erano turgide e rosee mentre una striscia di peli rasi disegnava il monte di venere bianco. Un piccolo tatuaggio sul fianco del pube con una saetta, fece eccitare Davide ancor di più. Mise la sua lingua su di lei e sentì il suo sapore dolcissimo in bocca. Con la lingua cerco la clitoride e cominciò a succhiarla con delicatezza. Il corpo di lei, inarcato sulla grande scrivania, era una visione divina. I sospiri si trasformarono in gemiti, e ad ogni movimento della lingua si trasformavano ed erano sempre più intensi, prima leggeri, poi sempre più bassi, come se venissero dal profondo ventre.
D'un tratto Davide le mise una mano sul seno, duro e turgido, e si rese conto che erano completamente nudi. Sollevò la testa e prese tra le mani il suo fallo e lo poggiò sul sesso di lei, umido e bagnato di umori e saliva. Con il glande cominciò ad accarezzare le labbra del sesso e la clitoride. Lei sorrise e con un dito tra i denti gli disse: "prendimi, fammi tua, voglio sentirlo dentro tutto!" Lui a guardandola così, inerme, con i piccoli capezzoli duri e rosa, e quel seno perfetto, non poté resistere. Il glande allargò le labbra del sesso e scivolò dolcemente nella vagina che si allargò pian piano fino ad lo avvolgerlo come fosse un guanto caldo.
Il sesso di lei stretto lo faceva godere come mai prima. Il suo membro la riempiva completamente fino in fondo ed era così grosso dentro a lei, minuta, che ad ogni spinta il ventre di lei mostrava la pressione del fallo da dentro il ventre. Davide era al settimo cielo ed Elena era estasiata alla vista di tanta pienezza e tanto che gli umori bianchi della sua vagina avevano ricoperto i loro sessi. I corpi si muovevano in sincronia, le mani di Davide la tenevano stretta mentre i loro gemiti riempivano l'ufficio.
"Sei incredibile," disse Davide, spingendosi dentro di lei con forza, sentendo i muscoli di Elena contrarsi intorno a lui. Elena e Davide non resistettero, e lui sentì lei venire in un orgasmo urlante e all'udire di quei suoni anche lui raggiunse l'orgasmo, tirò fuori il suo pene e fluì sul corpo di lei come un fiume in piena. Per qualche istante si sentì solo l'affanno del loro respiro.
Lei si massaggiò in ventre e il sesso con la mano, umida del suo sperma, portandolo alla bocca e attorno ai capezzoli, assaporando quel nettare dal sapore dolce.
Quella notte, tornarono a casa esausti ma soddisfatti. Elena non poteva smettere di pensare a lui e al calore del loro incontro. Ma qualcosa sarebbe accaduto.
Qualche giorno più tardi, Marta si avvicinò a Davide con un pretesto lavorativo. Indossava una giacca e una maglia attillata che esaltava ogni sua curva, e il suo sguardo era provocante. Marta, con i suoi modi da Lolita, sembrava godere nel suscitare una reazione in Davide.
"Ciao, capo," disse Marta con un sorriso malizioso, sporgendosi sulla scrivania in modo che le forme del seno fossero ben visibili. "Ho bisogno di un po' di aiuto con questo report."
Davide, la invitò a sedersi. Lei prese la sedia e la portò dal suo lato della scrivania. Lui, sorpreso ma intrigato, accettò il gioco. Cominciarono a flirtare sottilmente, ma presto il desiderio prese il sopravvento.
"Sei sicura che sia solo il report quello di cui hai bisogno?" chiese Davide, fissando Marta con uno sguardo penetrante.
Marta arrossì leggermente, mordendosi il labbro inferiore. Sentiva che si era bagnata a quelle parole e aveva paura che Davide se ne accorgesse. Lei si bagnava molto e spesso aveva sempre un paio di slip di ricambio. "Forse ho bisogno di qualcosa di più personale," rispose lei, avvicinandosi ancora di più. "Magari ne potremmo parlare più tardi, a casa mia?" Davide non rispose. "non farti strane idee, capo!" disse lei "dobbiamo chiudere il progetto per il cliente di Milano e i conti non tornano, quindi lavoro!, al massimo un bicchiere di vino!"
Davide annuì, ma sapeva che quel morso sulle labbra era preludio di qualcos'altro.
Marta uscì dall'ufficio di Davide, passo alla sua scrivania e prese la borsa. Andò in bagno e si accorse che i suoi slip erano totalmente bagnati del suo umore. Non resistette e si masturbò nel bagno dell'ufficio, mordendosi le labbra per non farsi sentire.
La sera dopo Davide si presentò alla porta di Marta. Aveva portato una bottiglia di vino presa dalla sua cantina. Lei lo ringraziò. Prese due bicchieri, lui aprì il vino e lo versò. "Deve respirare" disse lui, "è un vino che ha bisogno di decantare"
Marta a quelle parole si lanciò su di lui che quasi cadde all'indietro nonostante lei fosse minuta, seppure ben fatta.
Lei lo baciò avidamente e con passione e in un attimo le loro mani esploravano avidamente i corpi, e i vestiti caddero uno dopo l'altro.
Davide la portò in camera da letto, dove la posò sul letto. Le sue mani percorrevano il corpo di Marta, accarezzandola e facendola fremere di piacere. L'apparenza inganna e lui capì che dietro quello sguardo ed atteggiamento da Lolita, indifesa e dolce, si nascondeva una tigre pronta a balzare su di lui. Lei gemette quando lui si posizionò tra le sue gambe, prendendola con una forza che la fece sentire desiderata. I loro corpi si muovevano veloci e con veemenza, i gemiti di piacere riempivano la stanza mentre raggiungevano insieme l'apice del piacere. "il mio polso è grande come il tuo cazzo capo" disse lei "mettimelo tutto dentro! riempimi con quel cazzo grosso! lo so che mi vuoi!" Lui non si fece pregare. La prese con forza e con passione fino a farla gemere di piacere. Lei prese in mano il suo pene e lo mise bocca fin quando Davide non raggiunse il suo apice venendo copiosamente sul viso di lei e dentro la sua bocca. Lei assaporò avidamente ogni goccia del suo seme e lo fece proprio, leccando il fallo di lui ancora duro e ritto. Lui le strofinava il pene sul viso e lei avida di quella carne, ne leccava ogni centimetro.
Quella notte cambiò tutto. Marta si sentiva più vicina a Davide, ma sapeva che non era l'unica. Aveva percepito qualcosa tra Elena e Davide. Una gelosia illogica si fece presente, ma anche il desiderio trasgressivo della condivisione fece capolino. E lei sorrise.
Alcune settimane dopo, Davide organizzò una festa in piscina nella sua villa. Elena e Marta erano entrambe invitate, inconsapevoli di fatto dei reciproci legami con Davide. La festa era animata, con risate e musica che riempivano l'aria. Ma quando il sole calò, la tensione tra i tre divenne evidente.
Elena e Marta si trovarono da sole con Davide vicino alla piscina. Le luci soffuse e l'atmosfera intima li incoraggiarono a rilassarsi. Elena si avvicinò a Davide, baciandolo con passione davanti agli occhi sorpresi di Marta. Ma invece di arrabbiarsi, Marta si unì al bacio, creando un triangolo di desiderio.
Davide si ritrovò tra le due cugine, le mani che esploravano entrambi i corpi. Le risate si trasformarono in gemiti quando entrarono in piscina, l'acqua che scorreva sui loro corpi caldi. Le mani di Davide accarezzavano le curve di Elena mentre baciava Marta, creando una sinfonia di piacere.
Le tre anime si fusero nell'acqua, muovendosi all'unisono. Il piacere era intenso e condiviso, ogni gemito e respiro riempiva l'aria della notte. La piscina diventò il loro santuario, un luogo di desiderio e passione senza fine.
Quando la notte finì, i tre rimasero abbracciati nell'acqua, esausti ma soddisfatti. La loro relazione aveva preso una piega inaspettata, unendo i loro destini in un intreccio di piacere e complicità. E mentre il sole sorgeva, sapevano che la loro storia era appena iniziata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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